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Un bene comune è un bene pubblico, cioè di tutti noi, e non di nessuno!

Chiavari, la democrazia soffocata

Marco Preve, co-autore di “Il partito del cemento“, scrive:


articolo21Basta poco per negare il diritto a manifestare la propria opinione, diritto sancito dalla Costituzione. Basta non firmare un pezzo di carta, dimenticarlo in un cassetto, rimpallare la responsabilità. A Chiavari, la città che può vantare un sindaco condannato in secondo grado a sei anni, Legambiente aveva chiesto martedì scoro l’autorizzazione ad installare un gazebo sulla piazza del Tribunale per esporre il proprio pensiero sul progetto di un park interrato in piazza dell’Orto. L’autorizzazione  non è arrivata e installare lo stand potrebbe costare una denuncia, visto che il sindaco Vittorio Agostino è tanto rispettoso della legge da aver trascinato davanti al giudice Legambiente per uno striscione srotolato senza permesso. Massimo Maugeri responsabile di Legambiente ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica per sottolineare il pericolo di un atteggiamento del genere: «Oggi tocca a noi, ma domani, se al sindaco staranno antipatici, anche i donatori di organi, i francescani, la ricerca contro il cancro o Emergency potrebbero non ottenere un permesso che dovrebbe essere concesso automaticamente». Sarebbe bello che anche dalle opposizioni qualcuno dicesse qualcosa. Ma forse il progetto del park piace anche al Pd e allora tanto vale nascondersi dietro alle spalle larghe del sindaco Agostino.

Lames: in Consiglio l’intervento di Partecipattiva

Ecco l’intervento fatto in aula dal consigliere di Partecipattiva, Alessandro Monti

Lo strumento urbanistico che abbiamo davanti è enorme, di quelli con i grandi numeri: 250 appartamenti, un grattacielo, palazzi di oltre 10 piani, case popolari.
Quella che ci è chiesto di votare è un’opera che se realizzata trasformerebbe radicalmente il quartiere di Sampierdicanne.
Eppure, incredibilmente, questa sera ci è chiesto un voto positivo che prescinda dal progetto, un voto dato senza entrare nel merito del progetto. Non ci dovrebbe neanche importare cosa c’è disegnato in questo progetto. È uno strumento urbanistico ma non c’entra con l’Urbanistica della città.
Perchè questo strumento urbanistico non serve per l’urbanizzazione della città, non è stato pensato per questo.
Serve, o meglio dovrebbe servire, a salvare la più grande azienda rimasta sul nostro territorio: la Lames.
Ci dicono che se lo votiamo, a prescindere dal suo contenuto, salviamo la Lames e i suoi lavoratori,  indifferentemente dal fatto che si parli di 10 appartamenti o di 250.
I proprietari di Lames hanno parlato chiaro: “se il progetto si blocca, se non passa, ce ne andiamo all’estero.”

Regione e Provincia difronte a questa minaccia sono scattate sull’attenti e hanno detto: “Certo dott. Pellegri. Lei presenti un progetto che le dia il ritorno di cui ha bisogno e noi le daremo tutte le autorizzazioni con celerità!” . Come dire: “Non ci interessa neanche sapere cosa c’è scritto su quel progetto, se serve per salvare la Lames!”

E Lames il progetto in un batter d’occhio lo ha prodotto. E poi ha detto ai consilieri comunali: “approvatelo in fretta: entro luglio, senza guardarlo!”

Io l’ho guardato, anche se sapevo che non dovevo. E lo hanno guardato anche altri in città.
Una cementificazione impressionante inserita in un territorio che in modo molto evidente non ha le infrastrutture per sopportarlo: strade, parcheggi, fognature, impianti non sono adeguati a sopportare l’impatto con questa colata di cemento e con le 1000 persone che verrebbero ad abitarvi.

E allora mi sono chiesto, insieme agli amici di Partecipattiva: ma serve veramente per salvare la Lames? 
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Appello a Regione, Provincia e Comune: per salvare la Lames ci vuole una strategia più sicura di quella portata avanti fino ad oggi!

Al Presidente della Regione Liguria

Al Presidente della Provincia di Genova

Al Sindaco di Chiavari

Come è noto martedì prossimo in Consiglio Comunale a Chiavari ci sarà la tanto attesa approvazione del nuovo progetto urbanistico che dovrebbe scongiurare la chiusura della Lames. Potremo dire quindi che l’occupazione è stata salvata? No. Sapete benissimo che non è così e lo sapete fin dal primo momento.

Sapete infatti che la macchina dello spostamento della azienda si metterà in azione solo quando si presenterà un immobiliarista disposto ad acquistare da Lames il progetto versando 16 milioni di euro.

È sicuro che ciò accadrà? Credo proprio di no.

Disegno del grattacieloÈ un dato oggettivo che questo progetto di edificazione nell’area Lames si presenta come un investimento dai guadagni molto incerti. Chi può pensare di mettere sul tavolo adesso 16 milioni di euro sapendo che dovrà assolutamente vendere tutti i 230 appartamenti, che peraltro saranno pronti tra 6/7 anni, tenendo conto che non si tratta di una zona di particolare pregio ambientale e con la spada di Damocle di una bonifica del terreno dagli esiti incerti? Ricordiamoci che a Chiavari ne veniamo da ben tre bandi andati deserti per comprare l’area di Colmata, che di sicuro è un sito di maggior valore.

Credo che questo scenario vi sia chiaro fin dal primo momento. Tuttavia avete percorso ugualmente questa strada indicata da Lames, senza proporre nulla di alternativo. Perché? Non temete che Lames, non trovando un acquirente, decida di andarsene all’estero, scaricando la colpa sul “mercato immobiliare”? Cosa  siete pronti a fare in questo caso? Vi limiterete a manifestare la vostra solidarietà ai lavoratori, affermando che “ce l’avete messa tutta, ma purtroppo non è bastato!” ?

Ma c’è un altro scenario ancora più inquietante che si può aprire e che forse avete sottovalutato. Non è da escludere infatti che, prima ancora che salti fuori un acquirente, qualche libero cittadino chiavarese decida di fare un ricorso contro la pesante opera di urbanizzazione progettata, magari solo per difendere un diritto di proprietà: gli elementi per un tale scenario certamente non mancano perché lo strumento urbanistico in approvazione fa acqua da più parti. Basti pensare che la pratica in approvazione martedì prossimo non è conforme all’atto d’indirizzo votato dal Consiglio Comunale chiavarese lo scorso 5 aprile. Continua a leggere

Lames – siamo al momento decisivo

Questa sera (martedì) alle ore 21.30 si radunerà la Commissione Consiliare II del Comune di Chiavari per discutere sul progetto Lames.
La seduta è pubblica, per cui chiediamo a voi di partecipare e passare la voce, perchè ci sarà la possibilità di ascolatre direttamente da progettisti e amministratori chiavaresi cosa è previsto nell’area Lames.
Alla presentazione seguirà il dibattito tra i consiglieri comunali, dibattito che sarà libero sia nei modi che nei tempi e che non verrà più risproposto nel Consiglio Comunale del martedì successivo, durante il quale sarà possibile solo fare la dichiarazione di voto.
Purtroppo è da immaginare che, come già accaduto per il park dell’Orto, si debba assistere ad un atteggiamento ostruzionistico della maggioranza: la commissione consiliare è convocata per le 21.30 e i progettisti si prenderanno sicuramente un paio d’ore per presentare il progetto. Quindi il dibattito si svolgerà verso le 23/23.30 quando giornalisti e pubblico avrebbero voglia di andarsene a casa.
Chiediamo però ai chiavaresi di mettere in previsione di fare le ore piccole data la delicatezza della questione.

Ricordiamo a tutti infatti che in estrema sintesi Lames ha proposto due possibilità: o si salva l’azienda sacrificando il territorio, con una cementificazione senza precedenti a Chiavari, o si chiude l’azienda: Regione, Provincia e Comune non hanno saputo controproporre niente e si limitano ad accettare il male minore (rovinare il territorio) pur di non essere accusati di aver fatto chiudere la Lames.

Partecipattiva non è stata invitata ad alcun tavolo di trattative e solo domani sera avrà la possibilità di porre le domande opportune. L’auspicio è che oltre ai progettisti siano presenti anche i vertici della Lames e che partecipino anche numerosi chiavaresi. Non è una questione che riguarda solo Sampierdicanne! La ricaduta di ogni decisione sarà sull’intera città.

Solidarietà alla popolazione della Valle di Susa

Cari amici,

segnalo l’appello ad una mobilitazione nazionale lanciato dai valsusini. Da domenica a giovedì della settimana scorsa mia moglie ed io eravamo al presidio NO TAV che è stato sgombrato ieri, quello della Maddalena di Chiomonte. Non mi aspetto che Partecipattiva prenda una posizione ma mi sento di condividere due cose, per rimediare in parte all’informazione distorta dai mezzi di comunicazione di massa.

L’imposizione di un’opera con la forza fa indignare due volte:

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Gronda di Ponente: storia di un progetto

Sabat0 18 giugno 2011 ore 10.00
Aula Consiglio Provinciale
Piazza Mazzini, 2 Genova

INCONTRO PUBBLICO
Presentazione del numero speciale di Verde Ambiente su

GRONDA DI PONENTE
Storia di un progetto

Intervengono
Sen. Guido Pollice
Avv. Prof. Daniele Granara
Cons. Angelo Spanò

Saranno presenti i Comitati
“NO GRONDA” DEL PONENTE E
DELLA VALPOLCEVERA