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La pazzesca idea di utilizzare il depuratore di Lavagna anche per la Val Petronio !

Il progetto dell’Amministrazione del Comune di Lavagna che con il nuovo depuratore vuol servire anche il bacino di Sestri Levante e del suo entroterra non ha alcun sensoDepuratore di Lavagna - comparto di rotostracciatura

Il bacino imbrifero di Sestri Levante è distinto da quello di Lavagna e non comunica con esso. Per arrivare a Lavagna i reflui provenienti da Sestri dovrebbero essere canalizzati attraverso una condotta sottomarina dai costi evidentemente elevatissimi fino al depuratore di Lavagna.
Oltre tutto si devono considerare anche i maggiori consumi idrici, energetici e di manutenzione, per non parlare dei rischi in caso di guasti al sistema di pompaggio e dei possibili danni, che potrebbero essere arrecati dalla forza dei marosi, in una zona soggetta a forti mareggiate, che ancora di recente hanno devastato le attrezzature balneari.

Come è possibile che si porti avanti un’idea simile?
Lavagna ha solo bisogno di adeguare il proprio depuratore come da progetto esistente e nulla più.

 

Dalla manifestazione di oggi le motivazioni del NO alla Colmata

COMUNICATO STAMPA

La manifestazione di oggi, seppure promossa da “Ripartiamo da Lavagna” non ha alcuna valenza politica ma vuole presentare all’opinione pubblica l’ampio ed assolutamente trasversale panorama di coloro che esprimono doverosi dubbi e gravi preoccupazioni su questo progetto. Alla manifestazione hanno dato il loro assenso numerose associazioni ambientaliste, movimenti come M5S e Partecipattiva ed esponenti di vari partiti che si sono riuniti, senza simboli, davanti al Depuratore esistente a Lavagna per mostrare ai cittadini una delle tante alternative, quella di adattare l’impianto esistente alle nuove normative con un elevatissimo risparmio di soldi, tempo e iter burocratico.

In questa nota vogliamo soprattutto evidenziare le numerose incongruenze ed inesattezze, non arriviamo a definirle bugie, con le quali i fautori del progetto, IREN, Regione per voce dell’Assessore Briano, Provincia per voce del Commissario straordinario Fossati ed in ultimo il Comune di Lavagna per voce del Sindaco Vaccarezza, hanno bombardato i cittadini attraverso i media.

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A Lavagna per dire NO alla colmata

Riceviamo e pubblichiamo facendo nostro l’invito:

“Buon giornoLavagna
Mi rivolgo a tutti coloro che ritengono il progetto della colmata alla foce dell’Entella pericoloso e da contrastare senza remore.
MERCOLEDI 24 aprile alle ore 18.00 vi invito a riunirci di fronte al depuratore attualmente ubicato nel porto di Lavagna per inviare, con la nostra presenza, un chiaro segnale all’amministrazione di Lavagna.
La breve dimostrazione consentirà di attirare l’attenzione dei Media sulla scelta di creare una colmata alla foce dell’Entella mostrando inoltre a tutti che un depuratore esiste già nel territorio lavagnese e che l’area, peraltro degradata, può ospitare sicuramente un ampliamento idoneo a garantire il servizio alla cittadinanza.
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Lames: ulteriori nubi si addensano sui lavoratori.

Sulla stampa recente è stata pubblicata la notizia che esistono dei problemi nell’ utilizzare l’area in via San Pio X come soluzione alternativa per la problematica Lames nell’ area di Sampierdicanne.
Questa notizia non ci sorprende, ma mette sempre più in evidenza come la giunta Levaggi sia incapace (oltre che superficiale e guidata da interessi di parte o meglio di gruppi di potere) a gestire in modo corretto e trasparente Chiavari:

  • le minoranze, ma soprattutto i Cittadini, non sono mai coinvolti (almeno con una informazione diretta e non con comunicati giornalistici)  in decisioni che vanno ad intaccare il patrimonio e/o la vivibilità della Città;
  • troppo spesso gli interventi sono “a spot” senza nessun quadro d’ insieme che pianifichi una direzione per il futuro ed in questo caso specifico si e’ anche evidenziata una estrema superficialità (per non dire di peggio)  dell’assessore  Piombo, che non aveva ben compreso, a distanza di un mese, la dimensione del problema riguardo alle superfici dove costruire le unità abitative in Via Pio X e quindi lui e il Sindaco  avevano detto qualcosa … tanto per dire.

Viene il sospetto che invece tutto questo faccia parte, come anche ipotizzato dalla stampa, di un progetto per arrivare sul filo del rasoio e aggiungere “cemento al cemento”, magari a favore di chissà chi  … ma lo scopriremo non appena si vedranno i progetti.

Partecipattiva rimane sempre molto critica con i vari attori di questa farsa :

  • Il Comune vuole rilasciare il cambio di destinazione dell’ area Lames con degli indici di fabbricabilità indecenti. Lo stesso Comune però ben si guarda dal fare un piano complessivo delle necessità della popolazione (presente e futura) in fatto sia di servizi (scuole ma non solo) che di infrastrutture (in particolare fognatura e viabilità). Ed il risultato sarà che fra qualche anno si dovrà intervenire a carico di tutti i Cittadini di Chiavari, e non di chi vuole fare una speculazione edilizia.
  •  Lames ritiene questo progetto importante per la sopravvivenza.  Ma la sopravvivenza di chi , della proprietà o dei lavoratori? Visto che le aree in Fontanabuona sono più o meno le stesse che a Chiavari, che i costi del trasferimento sono incomprensibili e irrealistici, e che non esistono garanzie che venga mantenuto l’ attuale livello occupazionale (attivi e quanti in cassa integrazione) di oggi!
  • I Sindacati sembrano in perfetta sintonia con la proprietà: ma quando mai si e’ visto un piano industriale che vada al di là di qualche mese ? Capiamo le preoccupazioni, ma siamo sicuri che di qui a uno/due anni (una volta ottenuto quanto volevano) la Lames non chiuderà gran parte delle attività ? Le motivazioni (o scuse) possono essere tante, non da ultimo il cedere l’ azienda ad altri e poi dire …. ma non siamo più noi.
  • Chi comprerà l’ area di Sampierdicanne? E’ un fatto privato, ma qualche dubbio rimane, soprattutto in questi momenti. Si parla di 16 milioni per l’ area, molti altri per smantellamenti e costruzione degli alloggi … e poi a chi saranno venduti ? Già oggi a Chiavari è piuttosto difficile vendere un alloggio, figuriamoci quando ne saranno immessi sul mercato qualche altro centinaio.
  • La Regione( e qui sta’ il punto dolente). Riteniamo che sia il maggior colpevole di questa situazione, perché non e’ stata capace prima di capire bene la situazione sia occupazionale che del territorio e poi di orchestrare una soluzione comprensoriale come un saggio intervento di mantenimento dell’ occupazione avrebbe dovuto consiliare.  I sospetti che abbiano più guardato ai loro interessi politici che ai Cittadini Chiavaresi crediamo siano più che leciti. Ma purtroppo …. questa e’ la politica dei partiti che oggi abbiamo.

Alla fine questi gruppi di potere riusciranno nel loro intento, e quando sarà troppo tardi il Sindaco Levaggi con la sua corte avrà terminato il mandato a tutti questi disastri saranno lasciati ai posteri.

Già da mesi sosteniamo che la vera e giusta soluzione avrebbe dovuto essere  vista a livello comprensoriale, riducendo l’ impatto su Chiavari e portando qualche “peso” anche sui comuni limitrofi: LAMES non e’ un problema chiavarese, e’ un problema del comprensorio, ma purtroppo egoismi ed interessi di altra natura non hanno di certo agevolato una soluzione in questa direzione.

Purtroppo noi non possiamo far molto di più se non nel denunciare quanto sopra, ma in ogni modo saremo molto pignoli nel guardare in dettaglio tutte la “carte” che saranno prodotte su questo argomento e le renderemo disponibili alla Cittadinanza perché possano veramente capire il male che la giunta Levaggi  sta’ facendo a Chiavari, e se possibile ci faremo promotori per ogni possibile azione  conseguente.

Giorgio Canepa
consigliere comunale di Partecipattiva

Un “Contratto di fiume” per l’Entella

Il fiume Entella è la principale risorsa del nostro comprensorio.
I nostri comuni esistono proprio perchè esiste l’Entella, dalla sua sorgente fino alla foce, con tutti i suoi affluenti.
E dall’Entella allora che bisogna ripartire per valorizzarci, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico che da quello culturale.Fiume Entella

Il punto di partenza per ripartire può essere quello di sottoscrivere un “Contratto di fiume”, che è un accordo volontario che una serie di soggetti che hanno a che fare con il fiume Entella ( strutture di governo del territorio, cittadini e rappresentanti delle categorie che hanno interessi legati ai territori fluviali come agricoltori, industriali, pescatori, canoisti, associazioni ambientaliste, ecc.) sottoscrivono allo scopo di concertare tutte le azioni che riguardano il bacino dell’Entella.

Il concetto di ‘Contratto di fiume’, introdotto nell’ ambito del 2° Forum Mondiale dell’ Acqua del 2000 a L’Aia e poi ripreso dalla Direttiva Europea sulle Acque 2000/60/CE, è uno strumento con il quale stabilire un sistema di regole che metta sullo stesso piano criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale. I Contratti di fiume si configurano quindi come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione dei bacini fluviali.
Con la sottoscrizione di questo accordo si permetterà di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione del bacino fluviale.

Da mesi sta lavorando a questa idea un comitato spontaneo di cittadini e associazioni, al quale anche Partecipattiva ha dato il proprio contributo.
Il lavoro fatto ha prodotto un documento da portare all’approvazione di tutti i Consigli Comunali del bacino dell’Entella, a cominciare da Chiavari, per impegnare i sindaci a sedersi intorno ad un tavolo e realizzare l’accordo.
Per Chiavari il nostro consigliere, Giorgio Canepa, insieme al consigliere comunale Viarengo, ha depositato il  documento ( Ordine del giorno Contratto di Fiume_upd(1) ) che sarà esaminato durante il Consiglio Comunale di mercoledì prossimo.

Di seguito alcuni link per approfondire l’argomento

http://www.contrattidifiume.it/
http://www.provincia.torino.gov.it/ambiente/risorse_idriche/progetti/contratto_fiume
http://www.contrattidifiume.alessandria.it/
http://www.contrattofiumepanaro.it/
http://www.regione.piemonte.it/acqua/contratti.htm
http://www.a21italy.it/medias/1275-carta-contratti-di-fiume.pdf
http://www.darioflaccovio.it/pdfdescr/698-DF0073.pdf

Considerazioni sulla Città dello Sport

Recenti articoli giornalistici hanno portato all’attenzione dei Cittadini il progetto “la Città dello Sport”, nello spirito di utilizzare lo sport per iniziare un dialogo e creare un’aggregazione tra le varie Città dell’Entella.

L’idea di creare manifestazioni e progetti a carattere comprensoriale è stato uno dei punti fondamentali del programma elettorale di Partecipattiva, che ha come obiettivo il mettere in atto azioni ed operazioni che coinvolgano tutti i Comuni del bacino dell’Entella, con la possibilità di allargamento verso Sestri Levante. La nostra idea è quella di cooperare, anche al fine di massimizzare i risultati usando le ridotte risorse disponibili, in tutti i settori : Occupazione, Sport, Turismo, Cultura e non da ultimo i Servizi al Cittadino.

Quanto letto sui giornali circa la Città dello Sport è a nostro avviso ben lontano dalla nostra idea, e crediamo anche di difficile realizzazione (si sono già viste le reazioni di Lavagna e Cogorno). Quali i motivi?

  1. Si lascia la leadership ad enti esterni al Comune da creare ad hoc. Potrebbe essere anche giusto, ma in un secondo momento; prima occorre che tutti i Comuni concordino un progetto globale, con linee di indirizzo condivise. Il rischio di creare l’ennesimo carrozzone è troppo alto. Prova ne è il fatto che si parte “aggiungendo” dei costi (25.000 € per il primo anno) che sembrano quasi l’occasione per dare “utile” a qualcuno. Ci sembra che questi soldi si potrebbero risparmiare creando una squadra di lavoro intercomunale, utilizzando dipendenti pubblici.
  2. E poi sviluppare un Sito dedicato: ma perché non iniziamo inserendo una pagina specifica sui Siti dei vari Comuni ed Enti interessati. E magari perché non si prova, come tanti fanno, a cercare degli sponsor che lo sviluppino ed utilizzino per la loro pubblicità? In momenti di difficoltà finanziarie dei vari Comuni, crediamo che anche per spendere solo 100 € pubblici si debba riflettere.
  3. Qualcuno vuol fare la parte del “leone” ancora prima di partire, senza comprendere che si deve partire tutti alla pari (forse ci si dimentica dei retaggi storici) e poi dimostrare sul campo chi veramente ha la stoffa per guidare (non primeggiare)

Abbiamo l’impressione che si navighi “a vista” e con un approccio molto provinciale: se non siamo capaci di mettere delle idee proprie, cerchiamo almeno di copiare da chi già lo sta facendo (e credo che in certe vallate alpine, o sulla riviera romagnola esempi buoni ne troviamo di certo).

Il Consigliere Capogruppo di Partecipattiva
Giorgio Canepa