Lettera ad ogni candidato Sindaco di ogni tempo in ogni luogo

Ci è stata segnalata questa  lettera ai candidati sindaco per la primavera 2012. La pubblichiamo perchè ogni passaggio , spesso evidentemente condivisibile, è comunque uno spunto di riflessione interessante per chi come noi si sta preparando per una campagna elettorale.

.

Fra poco più di un mese tappezzerai con la tua faccia ammiccante i muri della città. Non farlo.
Mandaci piuttosto una registrazione audio con i battiti del tuo cuore, l’attività del tuo cervello e i brontolii del tuo stomaco.

Dirai che sarai sobrio. Non farlo.
Lo consideriamo un pre-requisito, a patto che non chiami sobrietà la glaciale, cinica e feroce esecuzione della volontà dei mercati contro i diritti delle persone (Monti docet).
Dicci piuttosto se ami la vita.

Dirai che ti vuoi mettere al servizio della città. Non farlo.
Dicci piuttosto se al termine del tuo mandato tornerai al tuo lavoro o ti infilerai in qualsivoglia Consiglio di Amministrazione di qualsivoglia SpA.

Dirai che sarai il sindaco di tutti. Non farlo.
Perché non siamo tutti uguali. Le città e i territori sono oggi ostaggio dei poteri forti della proprietà fondiaria e immobiliare, delle banche e della finanza e i cittadini ne subiscono le conseguenze.
Dicci piuttosto da che parte stai.

Dirai che l’acqua è un bene comune. Non farlo.
Dicci piuttosto entro quanto tempo rispetterai il voto referendario della maggioranza assoluta dei cittadini.

Dirai che cambierà la politica del territorio, dei rifiuti, dell’energia e dei trasporti. Non farlo.
Dicci piuttosto quando, dove, come e in quanti prenderemo le decisioni al riguardo.

Dirai che realizzerai grandi opere per dare impulso all’economia, ma che saranno compatibili con l’ambiente. Non farlo.
L’unica compatibilità con l’ambiente è non fare le grandi opere.

Dicci piuttosto se per te è vero che l’economia è la cura della “casa” e la “casa” ha bisogno di manutenzione costante del territorio e delle reti, di prevenzione idrogeologica, di restauro dei centri storici, di servizi di qualità, tutti interventi che producono lavoro fisso e non noioso.

Dirai che darai impulso ai servizi e ne realizzerai di nuovi. Non farlo.
Chiedici piuttosto di cosa abbiamo bisogno e come pensiamo debba essere progettato e realizzato.

Dirai che lavorerai per garantire sicurezza. Non farlo.
Dicci piuttosto se per sicurezza intendi diritti per tutti o l’ennesimo carnevale di ordinanze sui comportamenti individuali e collettivi.

 Farai molte promesse, sapendo già che una volta eletto non potrai rispettarle, perché il Comune è indebitato e le casse sono vuote. Non farle.
Dicci piuttosto che passerai l’intero tuo mandato a non pagare il debito illegittimo, a lottare per l’uscita dal patto di stabilità di tutte le spese per i servizi pubblici locali e per il welfare comunale, a chiedere una nuova fiscalità generale e la ripubblcizzazione della Cassa Depositi e Prestiti.

Dirai che fornirai prodotti. Non farlo.
Dicci piuttosto se innescherai processi.

Dirai che promuoverai la partecipazione. Non farlo.
Dicci piuttosto se quando arriveremo troveremo le porte aperte o protette dalle guardie.

Marco Bersani (Attac Italia)