no pago? pago, eccome se pago!

Non tutte le notizie di interesse pubblico finiscono sui giornali. Chi frequenta le biblioteche da anni conosce la battaglia che i bibliotecari da anni combattono contro la direttiva ue sul prestito a pagamento (92/100/ce). In questa direttiva, si stabilisce che gli stati membri devono remunerare gli autori per il prestito, anche nelle istituzioni pubbliche, ma hanno il potere di applicare una deroga per un certo numero di biblioteche pubbliche. Siccome lo stato italiano ha “trascurato” di esercitare questo potere, rendendole praticamente tutte pubbliche, ne’ ha legiferato in merito, per eccesso di deroga lo stesso stato ora e’ incorso in una sanzione di miliardi di euro. Lo stato italiano, nel 2004, invece di “impugnare” la decisione europea, cosa che avrebbe potuto legittimamente fare, ha lasciato decorrere i termini fino alla sanzione finale. Negligenza?

Lo stato italiano, nella figura di un ministro “amico dei libri”, ha convocato gli editori per giungere ad una trattativa che potesse placare la loro ira funesta e allontanare lo spauracchio della terribile multa. A tale consulta non sono stati chiamati pero’ ne’ i bibliotecari ne’ le associazioni di lettori ne’ altre organizzazioni direttamente interessate. Cosi’ e’ stato creato un fondo di tre milioni di euro, destinati a placare la summenzionata ira funesta, al quale lo stato contribuisce per l’80% mentre il restante 20% verra’ tolto dal budget delle regioni. Non ci vuole un genio in finanza per capire che per pagare quel 20% le regioni lo prenderanno dai fondi destinati alle biblioteche. E siccome il “rimborso” stabilito per risarcire gli editori si basa sul numero di libri dati in prestito, vien da se’ che saranno le biblioteche piu’ attive a pagare di piu’. Anzi, ad avere meno soldi: meno soldi per nuovi acquisti, meno soldi per il personale, meno soldi per tenere le biblioteche aperte, meno soldi per promuovere la lettura (ergo: meno lettori, meno acquirenti di libri…). cosi’ come e’ altrettanto presumibile che l’80% spettante allo stato verra’ tagliato dai fondi destinati alle biblioteche delle istituzioni statali (universita’ in primis).

Potremo stare qui fino all’anno prossimo ad analizzare e piangere la scarsa lungimiranza degli editori che, per la loro incapacita’ di fare il loro mestiere (creare profitto), rischiano di affossare ancor piu’ la gia’ scarsa lettura nel nostro paese, o sull’ipocrisia di un ministro che prima si dice amico della cultura e poi s’inventa un giochino che di fatto la danneggia. Sarebbe consolatorio prendersela, ma non risolverebbe nulla. Quello che serve invece e’ unire le forze e cercare di fare pressione sui nostri euro-parlamentari per modificare la direttiva ue per difendere il diritto al prestito.

L’AIB continua a battersi, solitaria, per esercitare questa pressione sul parlamento europeo. e se non la lasciassimo cosi’ sola?

appendice:
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Articolo 5
Deroghe al diritto esclusivo di prestito da parte di istituzioni pubbliche

  1. Gli Stati membri possono derogare al diritto esclusivo previsto all’articolo 1 per il prestito da parte di istituzioni pubbliche, a condizione che almeno gli autori ricevano una remunerazione per tale prestito.
  2. Gli Stati membri hanno la facoltà di stabilire tale remunerazione tenendo conto dei loro obiettivi di promozione culturale. Qualora gli Stati membri non applichino il diritto esclusivo di prestito di cui all’articolo 1 per quanto riguarda i fonogrammi, le pellicole ed i programmi per elaboratore, essi introducono, almeno per quanto riguarda gli autori, una remunerazione.
  3. Gli Stati membri possono esonerare alcune categorie di istituzioni dal pagamento della remunerazione di cui ai paragrafi 1 e 2.

[ direttiva 92/100/ce ]

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documenti sulla normativa, sulle sanzioni, ecc.
http://www.nopago.org/index.php?page=documenti

la questione dal punto di vista dell’aib:
http://www.aib.it/aib/cen/prestito.htm

un articolo sulla proposta in finanziaria:
http://biblaria-blog.splinder.com/1164437163#10017702