Progettare i servizi

Le risorse finanziarie a disposizione dell’ente pubblico per programmare gli interventi delle “spese correnti” (cultura, turismo, sociale, solidarietà, istruzione, pulizia urbana, vigilanza, manutenzione del verde pubblico …) sono sempre meno, perché ormai da anni i trasferimenti da parte dello Stato e dalla Regione sono in calo e la tassazione ha già raggiunto livelli elevati, al massimo di quanto il contribuente medio possa sopportare.

Una delle entrate più consistenti, che confluisce a finanziare i servizi, sono le multe della polizia municipale per cui si crea il paradosso che da un lato si agisce per educare l’automobilista ad essere sempre più disciplinato nell’uso del mezzo, dall’altro in sede di previsione del bilancio si auspica di non diminuire questa voce di entrata, per cui l’input diventa “multate perché dobbiamo far cassa”.

Ma le risorse finanziarie non sono l’unico tipo di risorsa che un’amministrazione, e quindi una città, hanno a disposizione. Il territorio e le persone che lo abitano sono forse la risorsa più grande, molto spesso poco utilizzato.

Occorre attivare un diverso modo di far programmazione, non facendo più solo riferimento a “quanti soldi avremo a disposizione”, ma a “quali risorse abbiamo a disposizione”.

Si tratta di rovesciare completamente il modo di progettare i servizi, prevedendo la partecipazione di quegli attori che sul territorio possono mettere a disposizione risorse che l’amministrazione non ha e per le quali spende magari anche molti soldi.

Il ruolo che compete all’ente pubblico è quello di regista di progetti in cui utilizzare tutte le risorse di cui è ricca la città e che spesso sono in grado di risolvere urgenze e bisogni dei cittadini.

In particolare crediamo che occorra partire dalle risorse formali ed informali affinché aumenti il livello di coinvolgimento delle realtà già esistenti sul territorio, valorizzandone la disponibilità operativa. Quali? Associazioni, categorie professionali, famiglie, giovani ed anziani devono incontrarsi per definire reciproche competenze e responsabilità e contribuire sotto la regia dell’amministrazione comunale alla fornitura di servizi, avviando veri e propri “tavoli” di progettazione permanente. Anche le Consulte devono servire a questo scopo.

Alcuni esempi.

Parliamo di turismo: quanti soldi costa la manifestazione estiva “Palco sul mare”? Per due serate il Comune di Chiavari quest’anno ha speso 20000 €, compartecipando ad un progetto della Provincia per tutto il comprensorio. Come è noto sono due serate in cui personaggi dello spettacolo intrattengono gratuitamente il pubblico, con uno spettacolo abbastanza breve, replicando dal vivo quanto probabilmente abbiamo già visto in televisione (e magari neanche tanto apprezzato!). Una spesa esagerata che “facciamo perché non si può non partecipare ad un progetto della Provincia per il nostro comprensorio!”.

E se quei soldi li mettessimo in circolo a Chiavari tra le compagnie teatrali locali, le associazioni musicali e quelle culturali e i gruppi musicali giovanili? Siamo convinti che contribuirebbero a consentire di organizzare un intero programma estivo che da maggio a settembre garantirebbe a turisti e residenti di arricchire le proprie serate con intrattenimento culturale e divertimento di qualità.

Parliamo di verde pubblico: siamo proprio sicuri che a Chiavari le aiuole le possano curare solo i giardinieri del Comune? Molti comuni hanno già deciso di affidare le proprie aiuole più importanti alle aziende floricoltrici del proprio territorio, che ne fanno una vetrina della propria attività e contemporaneamente abbelliscono
la città. Ma ci sono anche associazioni di volontariato alle quali confluiscono persone (penso ai tanti pensionati che vivono nella nostra città) che potrebbero mettere a disposizione il loro tempo per curare un pezzetto del verde cittadino, contribuendo a diminuire i costi e consentendo di impiegare il personale comunale in altro modo.

Sono solo due esempi che servono per dare l’idea di come la principale competenza di chi deve amministrare le risorse di una città deve essere quella di conoscerne le risorse e farle rendere al meglio. A comprare un pacchetto bello e confezionato, magari spendendo anche molti soldi, si fa presto e non ci vuole poi una grande competenza. Ad esempio si va al “supermercato” delle agenzie di promozione, si sceglie, si mette nel carrello, si paga e poi pensano a tutto loro (leggi: “Pesto e dintorni”, “Katia Ricciarelli”).

La nostra idea è invece quella di andare al “laboratorio” delle Consulte, si progetta, si condivide e poi realizziamo tutto insieme. Certo occorrerà che chi fa l’assessore di tempo in Comune ce ne passi un bel po’! E sarebbe un altro bel cambiamento!