Razzismo di stato?

Il cosiddetto “pacchetto sicurezza“, entrato in vigore sabato scorso, contiene un insieme di norme che hanno riaperto il dibattito sull’esistenza o meno di una forma di razzismo di stato. Tra queste spiccano il reato di clandestinità, il prolungamento della permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione, l’obbligo di denuncia degli irregolari, una diffusa restrizione dei diritti.

Il riaccendersi del razzismo in Italia è gravissimo e non nasce certo con quest’ultima norma. Segnalo due fonti che aiutano a capire meglio la situazione.

  1. Il rapporto annuale di Amnesty International, indica il razzismo come problema primario: nell’ultimo anno hanno continuato a verificarsi attacchi di stampo razzista, che comprendevano aggressioni fisiche e verbali e distruzione di proprietà. Sia il Commissario europeo per i diritti umani, sia il CERD hanno sottolineato che le affermazioni razziste di alcuni politici e l’adozione di norme contro i migranti avevano contribuito a creare un ambiente ostile contro i cittadini non italiani. Entrambi hanno sollecitato le autorità ad agire contro le dichiarazioni razziste e a introdurre pene più severe per i reati motivati da razzismo.
  2. Un articolo sull’ultimo numero Altreconomia in cui Lorenzo Guadagnucci spiega che Lorenzo Trucco, avvocato di ASGI, ha presentato un esposto:
    1. alla Commissione Europea,
    2. al Comitato ONU per i diritti umani,
    3. al commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa

    per denunciare i “respingimenti” attuati dalla Marina Militare italiana in acque internazionali a partire dal 7 maggio. Il documento di denuncia indica violazioni:

    1. alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati,
    2. alla Convenzione Europea per i diritti dell’uomo,
    3. alla Convenzione ONU contro la tortura,
    4. al Patto Internazionale sui diritti civili e politici,
    5. a Convenzioni e Protocolli del diritto del mare, al Trattato delle Comunità europee,
    6. a Regolamenti e direttive dell’Unione, al Testo Unico (italiano) sull’immigrazione,
    7. al Decreto Ministeriale sull’immigrazione illegale (del 2003),
    8. al Trattato Libia – Italia del 2008.

Le politiche locali sono davvero estranee a queste tematiche?
Quali responsabilità deve assumersi chi amministra un Comune rispetto al “problema razzismo”?