Cultura è libertà

Danilo De Martini aveva scritto questo articolo in seguito ad un intervento di Corrado Augias di fine aprile…

Questo commento di C. Augias, mi suggerisce che ogni manifestazione ed ogni evento sono, sì, anche culturali, ma io credo che questo non significhi una piatta relazione di relativismo tra un evento ed un altro. Un amministrazione pubblica secondo me deve in qualche modo porsi di fronte al “bene” cultura, con un concetto ovviamentemente libertario, ma anche in modo da dare un contenuto alla parola cultura, che sia di riferimento e diventi patrimonio nel comune sentire. Io scindo l’informazione culturale dalla formazione culturale, in quanto considero patrimonio culturale ciò che sviluppa ed arricchisce l’uomo in termini di conoscenza, di consapevolezza esistenziale, di coscienza di sè e del suo tempo, in prosecuzione della storia e del cammino dell’umanità. Insomma “deve” cambiare e far pensare. Non tutti gli eventi possiedono questa caratteristica, per ciò un’amministrazione pubblica deve davvero favorire l’appropriazione del bene cultura, sopratutto in forma artistica, da parte dei cittadini, e tanto più oggi, imbambolati come siamo, a scopo commerciale, da una subdola dittatura mediatica di giochini, telequiz, canzonette, reality show, relativismo spicciolo “fai da te”, che di fatto toglie possibilità di scelta e di vera autodeterminazione. Ogni dittatura si è fondata sulla possibilità da parte di pochi di possedere conoscenze culturali, e questa dittatura oggi si ripete offrendo lo stesso, facile e consumistico contenuto, in diversissime forme, illudendoci anche di poter scegliere. Cultura è libertà. Certo, riconoscere, ad es., ad un prodotto musicale di qualità se non si distingue un “do” da un “fa”, non è scontato; occorrono informazioni, formazione e educazione, per ciò auspico una decisa attenzione per questo aspetto da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, perchè un uomo più ricco culturalmente, e più libero, è un uomo ed un cittadino migliore. Cultura è senso estetico, è riconoscere la Bellezza ed assimilarla.

Ora,il problema che si pone è questo: chi va a dire a C. Augias che lui è un radical chic?

Danilo De Martini