Cultura: è solo un problema di soldi?

Cerco di dare un breve contributo alla discussione aperta dal Vs. movimento che seguo con curiosità ed interesse. Tre anni di rapporto con le Amministrazioni del Tigullio ed  i rispettivi Assessorati alla Cultura mi fanno ritenere improbabile invertire una tendenza consolidata in passato. Oggi la CULTURA, nelle sue varie manifestazioni, ha finito per avere paradossalmente contenuti negativi tali da suscitare, nei confronti del malcapitato che ha l’ardire di sollevare questo problema, atteggiamenti antagonistici e di diffidenza, ostativi a qualsiasi dialogo. Un malcostume consolidato, peraltro pure regionale, parte sempre dall’assunto “non ci sono soldi”, anche in assenza di richieste, poiché qualsiasi proposta di collaborazione tra pubblico e privato va ad ostacolare la prassi di disperdere in mille piccoli rivoli i modesti contributi elargiti a tutti i propri “clientes” che costituiscono la piattaforma elettorale (i mille rivoli fanno comunque delle congrue somme!). Il risultato di questa impostazione è da tempo sotto gli occhi di tutti.
Da un anno all’altro non si sa se il teatro per bambini, la rassegna cinema o qualsivoglia altro evento sarà ripetuto e valorizzato, se avrà ottenuto risultati positivi.
I progetti finanziati sono sempre episodici, non continuativi e di conseguenza risulta impossibile programmarli ed attuarli con ampio respiro, in modo da coinvolgere i cittadini  e da poter avere un ritorno quantizzabile in termini economici o di valorizzazione anche a fini di attrazione turistica. Ogni assessore è orientato al proprio particolare interesse di visibilità a livello di stampa e televisione locale, molto disponibile, quest’ultima, a trasformare anche eventi fallimentari, in termini di risultato, in eventi di grande prestigio a cui dare  rilievo. Esemplificativa una “sfilata di moda per bambini” realizzata ad Agosto dello scorso anno, con bambini anche di quattro, cinque anni truccati da modelli  e che nonostante fosse a dir poco discutibile e per diversi aspetti anche poco rispettosa dei valori dell’infanzia, ha avuto il sostegno di assessori pronti a promettere una ripetizione l’anno successivo.

Che fare?

Esistono realtà del territorio: Museo archeologico, Museo Scientifico Sanguineti-Leonardini, Villa Rocca ed il parco adiacente etc..per guardare soltanto alla realtà di Chiavari,  che hanno necessità di “aprirsi” al territorio e non soltanto in termini obsoleti di visite guidate per scolaresche o per gruppi, ma per costruire eventi articolati, creando commistioni tra arte, musica ed altre discipline.
Investire risorse, mettendo a bilancio capitoli di spesa, vincolati ad obiettivi definiti, chiari e condivisibili.
Censire le risorse del territorio (associazioni, gallerie, volontariato, servizi sociali, strutture sanitarie…) disponibili a collaborare attivamente con l’assessorato per la definizione di obiettivi ed eventi, nella prospettiva di dare vita a forme di progettazione condivisa e partecipata che garantiscano esiti di lunga durata sul piano amministrativo-organizzativo. Identificare i luoghi per costruire percorsi riconosciuti dalla cittadinanza, senza limiti di età o di categorie. Identificare gli spazi dove i bambini possono esprimersi liberamente senza interferenze direttive degli adulti (non..non..,non…).
Prima di erogare qualsiasi contributo avere il progetto nei dettagli dei relativi costi, della partecipazione di sponsor o contributi pubblicitari e di che tipo. Richiedere una relazione dei risultati rispetto agli obiettivi fissati, ed un resoconto contabile.
Attivare comunicazione in rete, informazione, blog e quant’altro serva oggi a facilitare l’interscambio.

Giovanni Toro