Come è lontana Sarajevo da Agostinia!

Riceviamo e pubblichiamo (sbigottiti)

“Spettabile Redazione,
scrivo questa mail per informarvi di un fatto che mi ha profondamente amareggiato e che, ahimè, vede coinvolta l’amministrazione comunale della mia città.

Sono un giovane della Parrocchia di San Giovanni Battista di Chiavari e da diversi anni collaboro fattivamente al progetto “Sarajevo”, che la mia parrocchia sta portando avanti, a favore della popolazione della Bosnia Erzegovina. Attraverso raccolte di fondi e “autotassazioni” di molte famiglie, in questi anni siamo riusciti a portare avanti i seguenti progetti:

– sostegno all’orfanotrofio delle Suore Ancelle del Bambino Gesù a Sarajevo;
– sostegno a 14 famiglie in difficoltà;
– restauro di un centro durno per bambini disabili a Vitez;
– costruzione “ex novo” di un centro per anziani a Vitez (ancora in fase di realizzazione);
– restauro di una casa parrocchiale a Chardac.

Molti giovani e adulti sono stati, a più riprese, in Bosnia, sia per consegnare il denaro raccolto, sia per lavorare nei cantieri sopra citati nel corso delle vacanze estive.

Mi pare bello sottolineare che, coinvolgendo nel nostro progetto anche altre parrocchie della Diocesi, si sia creato un legame molto stretto con le Suore di Sarajevo, tanto che 2 anni fa sono venute qui a Chiavari per ricambiare le nostre numerose “visite”.

Tra le varie iniziative volte a raccogliere fondi, un appuntamento ormai consolidato per Natale era la “Castagnata per Sarajevo”, che quest’anno si sarebbe dovuta svolgere i pomeriggi del 21,22 e 23 Dicembre, come sempre in Via Martiri della Liberazione, all’angolo con Via Gandolfo.
Ma quest’anno, purtroppo, nonostante avessimo presentato tutta la documentazione necessaria e avessimo già pagato quanto richiestoci dagli uffici del Comune (per 3 giorni) l’amministrazione di Chiavari, nella persona dell’Assessore Rombolini, ci ha negato la possibilità di fare la Castagnata, o meglio, ci ha accordato esclusivamente il pomeriggio di venerdì 21 dicembre (dei tre, sicuramente il meno “proficuo”). Nonostante un successivo incontro chiarificatore, ci sono state addotte motivazioni poco comprensibili, quali “ordine pubblico” e meno precisate “concomitanze”, per cui ci siamo visti costretti a rinunciare.

Davanti a così tanta miopia, non riesco a non indignarmi.
Io sono stato in Bosnia tante volte a visitare le case di quelle famiglie che, seppur mantenendo la massima dignità, vivono in una povertà disarmante e sinceramente mi fa davvero male sapere che, quest’anno, per una decisione unilaterale, non potranno contare sul sostegno che abbiamo potuto dar loro fino ad ora, rischiando concretamente di passare un inverno senza riscaldamento o di non potere acquistare medicinali.

Ringrazio anticipatamente per lo spazio che vorrete dare a questa mia lettera.

Paolo Solari”