Fermiamo la discarica

Il Comune di Chiavari, con una Delibera di Giunta di ottobre, ha approvato lo studio di fattibilità per la creazione di un’enorme discarica di detriti posta a riempimento della parte iniziale della valletta di Rio Campodonico.
Il progetto prevede di riempire negli anni la valle a partire da dove sgorga il torrente Campodonico fino alla confluenza con Rio Sanguineto arrivando, con l’accumulo di detriti sopra detriti, fino all’altezza dei viadotti dell’autostrada: si tratta di una specie di enorme lingua di scarichi derivanti da lavori edili, una specie di enorme frana artificiale lunga quasi un chilometro e alta mediamente una ventina di metri.
Il tutto produrrà un accumulo di materiale che va ben oltre un milione di metri cubi, da formare negli anni, a forza di via vai di camion e mezzi vari provenienti dai cantieri sparsi in un’area indefinibile. Già queste cifre ci fanno pensare ad un’opera “mostruosa”.
Ma non è tutto.
L’opera andrà ad influire anche sul regime idrogeologico di un’area delicatissima: il piano di Bacino della Provincia la segna come zona rossa, ad esondabilità frequente, ciò senza contare che nelle colline sovrastanti vi sono movimenti franosi in parte attivi ed in parte quiescenti.
Tutti si ricordano l’ultima alluvione, causata soprattutto dall’apporto del Rio Campodonico al Rupinaro, che ha causato ingentissimi danni e, purtroppo, anche un evento luttuoso.
Ci sembra che non occorra essere dei tecnici per capire che l’acqua di un rio, se ridotta dentro una condotta interrata o convogliata dentro uno “scivolo” di cemento, aumenta la velocità e la pressione.
E non occorre essere dei tecnici per capire che l’acqua, se cade da una quota più elevata e con dislivelli improvvisi, aumenta la velocità, né per capire che in caso di piogge abbondanti un accumulo di detriti collocato proprio in mezzo ad una valle che raccoglie le acque… è una specie di bomba ad orologeria!
Tutti hanno presente i recenti e tragici eventi che hanno colpito soprattutto l’Italia meridionale a causa della cattiva attenzione ai delicati equilibri del territorio.
Tutti hanno davanti agli occhi le letali colate di fango che, sempre più spesso, irrompono nelle nostre case attraverso i telegiornali.
Tutti hanno presente cosa succede nelle discariche italiane (finiscono di solito col raccogliere rifiuti illeciti e pericolosi di ogni tipo!).
Tutti, tranne chi amministra il Comune di Chiavari.
La cosa più tragicomica è poi che un simile intervento hanno il coraggio di chiamarlo “riqualificazione ambientale”: notare che la valletta in questione fa parte di un’area soggetta a tutela paesaggistica per il suo contesto, c’è un vecchio sentiero che costeggia il rio tra boschi e orti, ci sono muretti  a secco, vecchie fasce, resti di antichi nuclei abitativi agricoli e persino un antico mulino. L’area meriterebbe di esse rivalutata veramente anziché essere uccisa definitivamente con la discarica.
Pensiamo che tutti i chiavaresi (soprattutto quelli che abitano vicino al Rupinaro a valle della confluenza del Rio Campodonico) dovrebbero fare di tutto per impedire che questo progetto sia portato avanti, prima che sia troppo tardi.
Partecipattiva chiede che in città sia aperto un dibattito serio su quest’opera, che coinvolga tecnici e cittadini, soprattutto quelli delle zone interessate che non sono stati informati e quindi non hanno ancora capito cosa sta per succedere.