Quale avvenire per il litorale di Chiavari? (colmata: 3/4)

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Passando poi all’area di colmata inutilizzata da ormai oltre vent’anni, mentre non mi permetto di dare indicazioni sulla sistemazione superiore, lasciando agli architetti di sbizzarrirsi come meglio loro aggrada, non si può tralasciare di accennare alla possibilità di utilizzare la parte sottostante a questa eventuale sistemazione.
L’area di colmata è sorta quale primo tratto di difesa della diga foranea, quella che parte dalla rotonda Ravenna e prosegue in linea retta sino alla curva di accesso all’attuale diga foranea. Nessun documento ufficiale accenna che l’area di colmata abbia l’attuale altezza di circa 6 metri sul medio mare. Tale altezza è dovuta unicamente al fatto che l’area di colmata rappresentò nel tempo un idoneo e vantaggioso sito di discarica di materiali provenienti da scavi e demolizioni. La possibilità di sbancare l’intera area di colmata a piano della banchina del porto (1.20 metri sul medio mare) rappresenterebbe una serie enorme di vantaggi che si possono qui elencare:
– l’attuale zona di raddobbo delle imbarcazioni verrebbe portata a piano banchina eliminando così un oneroso spostamento delle imbarcazioni con il carro ponte il quale al presente deve affrontare una rampa, fare una complicata manovra ed entrare nella zona superiore;
– sotto il muro di sostegno dell’area di colmata sono stati versati quantitativi enormi di scogli che rappresentavano la radice del molo foraneo e sono ora suscettibili di essere recuperati a costi notevolmente ridotti ed impiegati per il ripristino della difesa dell’area di colmata e della diga foranea. Si ha buon motivo di ritenere che con una spesa di circa 200 milioni possano essere ricuperati scogli per un valore attuale di circa un miliardo – un miliardo e mezzo;
– con la costruzione di un solettone a quota +6 metri, potrebbero ricavarsi enormi spazi usufruibili da posteggi, officine, negozi, ecc. che sarebbe oltremodo facilissimo da piazzare sul mercato;
– con lo sbancamento dell’area di colmata potrabbero ricavarsi grosso modo almeno 200.000 metri cubi di materiale inerte da poter impiegare nel ripascimento degli arenili di ponente.

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