I temi di Partecip@TTIVA 2012: RIFIUTI, futuro già scritto?

Differenziare, riciclare, ridurre sono concetti che quotidianamente bussano alla nostra coscienza, con alterna fortuna, ma gratificano enormemente le amministrazioni con la prerogativa di “educare”.
Ma loro quanto ci credono?
Non molto leggendo l’articolo apparso alcuni giorni fa su di un quotidiano locale.
Parliamo di una discarica, di nome Rio Marsiglia gestita da un consorzio di comuni della Val Fontanabuona più alcuni del litorale, che raccoglie la rispettiva frazione di indifferenziata.
Per il cittadino-utente si tratta certamente di un buon esempio di gestione dal momento che i costi di conferimento sono nettamente inferiori del colosso “scarpino”. Di cosa dovremmo allora preoccuparci?
Di una semplice parola. FUTURO.
A questo proposito ecco le parole del presidente del consorzio “…..è stato pure votato il progetto che prevede l’ampliamento della discarica. Si tratta di ulteriori 300 mila metri cubi che tradotto in termini temporali valgono altri 12 anni di attività dell’impianto ………… con una dozzina d’anni in più le amministrazioni interessate potrebbero guardare senza apprensione l’iter, ancora molto indietro, che dovrà portare alla costruzione del termovalorizzatore (o inceneritore che dir si volgia) che dovrà risolvere i problemi dell’intera Liguria”
Prospettive interessanti a quanto pare, ma il quadro si completa analizzando i dati della raccolta differenziata 2010 dei comuni in questione. Da un massimo del 28% al minimo del 14% con numerose passi indietro  rispetto l’anno precedente, altro che il 60% previsto dalla legge e che in Liguria è rispettato da un solo comune su 235. Teniamo presente che la sola frazione umida pesa oltre il 30%, basterebbe perciò organizzarne la raccolta per compiere un balzo in avanti.
Certo “educare” non è facile ed il compitino pare che tutti lo svolgano nel migliore dei modi, con l’isola ecologica, i cassonetti multicolore, le compostiere, le campagne informative.
Ma i numeri non perdonano, significano che su dieci sacchetti di “rumenta” che produciamo almeno otto finiscono in discarica.
Proviamo solo ad immaginare lo scenario se invertiamo i numeri, ed alcuni comuni italiani ci sono riusciti. Pensate a quanti ampliamenti di Rio Marsiglia avremmo potuto evitare e quante risorse rese disponibili dal fantomatico progetto dell’inceneritore di terza-quarta…decima generazione?
Quando poi la politica mette piede iniziamo a pensar male. Ricordiamo che solo tre anni fa un noto senatore ligure sponsorizzando non uno bensì tre termovalorizzatori regionali bocciò la raccolta differenziata visti gli “evidenti limiti”: certo che se non ci credi come potrai ottenere risultati?
Il partito delle grandi opere e dei grandi appalti pubblici è in marcia da tempo e noi, contenti di veder sparire al mattino il nostro sacchetto senza chiederci cosa ne sarà, rischiamo di diventare burattini di una grande beffa vedendolo tornare polverizzato nell’aria.
Non sarà che l’apparente incapacità di raggiungere obiettivi virtuosi non mascheri invece una precisa volontà di assicurare la maggior quantità possibile di rifiuti all’incenerimento?

Non è nostra intenzione puntare il dito esclusivamente su Rio Marsiglia, visto che le altre realtà territoriali conferiscono direttamente a Scarpino, ma porsi come obiettivo “temporeggiare in attesa di…” rappresenta una sconfitta per un territorio che se pur piccolo può contare ancora su una certa autonomia gestionale.
Vogliamo nuove politiche rivolte al “rifiuto chilometro zero” che sostengano progetti di raccolta porta-porta ed impianti di compostaggio, vogliamo amministratori aperti al confronto ma soprattutto che rispondano del loro operato.
Vogliamo o no parlare di quale FUTURO lasciare ai nostri figli?
Aspettiamo, ma ricordiamoci che il nostro silenzio non aiuta a cambiare.