Lames: in Consiglio l’intervento di Partecipattiva

Ecco l’intervento fatto in aula dal consigliere di Partecipattiva, Alessandro Monti

Lo strumento urbanistico che abbiamo davanti è enorme, di quelli con i grandi numeri: 250 appartamenti, un grattacielo, palazzi di oltre 10 piani, case popolari.
Quella che ci è chiesto di votare è un’opera che se realizzata trasformerebbe radicalmente il quartiere di Sampierdicanne.
Eppure, incredibilmente, questa sera ci è chiesto un voto positivo che prescinda dal progetto, un voto dato senza entrare nel merito del progetto. Non ci dovrebbe neanche importare cosa c’è disegnato in questo progetto. È uno strumento urbanistico ma non c’entra con l’Urbanistica della città.
Perchè questo strumento urbanistico non serve per l’urbanizzazione della città, non è stato pensato per questo.
Serve, o meglio dovrebbe servire, a salvare la più grande azienda rimasta sul nostro territorio: la Lames.
Ci dicono che se lo votiamo, a prescindere dal suo contenuto, salviamo la Lames e i suoi lavoratori,  indifferentemente dal fatto che si parli di 10 appartamenti o di 250.
I proprietari di Lames hanno parlato chiaro: “se il progetto si blocca, se non passa, ce ne andiamo all’estero.”

Regione e Provincia difronte a questa minaccia sono scattate sull’attenti e hanno detto: “Certo dott. Pellegri. Lei presenti un progetto che le dia il ritorno di cui ha bisogno e noi le daremo tutte le autorizzazioni con celerità!” . Come dire: “Non ci interessa neanche sapere cosa c’è scritto su quel progetto, se serve per salvare la Lames!”

E Lames il progetto in un batter d’occhio lo ha prodotto. E poi ha detto ai consilieri comunali: “approvatelo in fretta: entro luglio, senza guardarlo!”

Io l’ho guardato, anche se sapevo che non dovevo. E lo hanno guardato anche altri in città.
Una cementificazione impressionante inserita in un territorio che in modo molto evidente non ha le infrastrutture per sopportarlo: strade, parcheggi, fognature, impianti non sono adeguati a sopportare l’impatto con questa colata di cemento e con le 1000 persone che verrebbero ad abitarvi.

E allora mi sono chiesto, insieme agli amici di Partecipattiva: ma serve veramente per salvare la Lames? 
Perché bisogna essere certi che salvi l’occupazione. Sennò un mostro così non si deve fare!
La risposta sarebbe sì, a patto che si trovi un imprenditore disposto a metterci i soldi. Perché per salvare Lames, non dimentichiamocelo, occorre che arrivi un tizio che metta sul tavolo del dott. Pellegri 16 milioni di euro, pronta cassa, per comprare l’area dove attualmente si trova l’azienda. Ora i soldi, mentre gli appartamenti saranno pronti tra una decina d’anni.
Se non arriva costui, Lames va in Serbia

Ma … attenzione! Vi invito a fare una riflessione importante! Per trovare l’acquirente non serve mica una gara pubblica, come per la Colmata! No. L’acquirente Lames se lo cerca da sola, nel segreto dei suoi uffici, ….anzi dovrebbe averlo già fatto, perché niente le impediva di farlo. I tempi della vendita li scandisce solo Lames. È roba sua, per cui l’acquirente se lo cerca e se lo trova da sola, consultando varie società potenzialmente interessate, quando e come vuole.
Per cui voi mi direte: se il rischio di dover chiudere è così forte, e il bisogno di un nuovo stabilimento è così urgente, l’acquirente Lames lo avrà già trovato da mesi. Sennò quelli fatti in questi mesi sarebbero solo discorsi perché senza i soldi non si fa nulla.

Allora, c’è già l’acquirente?
No.
Non c’è ancora.
Sembra incredibile, ma è così. Peggio! Lames non lo ha neanche cercato.
Ma come? A noi Lames mette fretta e loro invece nicchiano, aspettano, tentennano?

Ma come è possibile? E che non stiano a raccontare storie sul fatto che prima di cercarlo aspettano di avere tutte le autorizzazioni: non esiste.
Anzi. Semmai è vero il contrario. Prima si cerca l’acquirente e poi si procede con il progetto. Avere già l’acquirente sarebbe di aiuto per tutti.
Intanto per lui che potrebbe chiedere di approvare uno strumento urbanistico corrispondente alle proprie attese.
E poi sarebbe meglio anche per la città. Ci si potrebbe prendere il tempo di studiare bene l’intervento di urbanizzazione, verificando la compatibilità dell’intervento con le infrastrutture della zona di Sampierdicanne, calibrando bene le volumetrie.
Si potrebbe aprire un tavolo tecnico che coinvolgesse anche i tecnici che rappresentano i cittadini del quartiere per scrivere un progetto convincente per tutti.

Invece No.
Nessun acquirente e nessuna fretta di Lames nel cercarlo.

Beh, a questo punto bisogna per forza farsi delle domande!

Non è che dobbiamo prepararci a rivedere quanto è successo alla MARES a Rapallo? Ricordate? A Rapallo MARES stava stretta, servivano nuovi spazi e serviva un aiuto pubblico per costruire il nuovo stabilimento …. . Come è finita? Qualche anno a Casarza grazie agli aiuti di Comune e Regione e poi via all’estero.

E c’è anche uno scenario peggiore di quello dei tempi della MARES. Difronte ad un progetto cosi abnorme, il rischio che insorga qualche problema tecnico o amministrativo durante l’iter di approvazione che inizia stasera, ma terminerà con la conferenza dei servizi deliberante, è molto alto.
Qualche problema ce lo potrebbero avere già i tecnici della Conferenza dei Servizi, che infatti hanno già cominciato a scaricarsi le responsabilità e le competenze. Sulla sua pagina Facebook addirittura Burlando dice che la Regione non ha alcuna competenza che riguardi il progetto di Sampierdicanne.
Qualche problemino inevitabilmente lo potrebbero creare gli abitanti del quartiere:
–       loro lo sanno che 1000 persone in più Sampierdicanne non le regge;
–       loro lo sanno che già ora la fogna esce un po’ dappertutto nel quartiere, figuriamoci dopo che ci saranno altri 250 appartamenti;
–       loro lo sanno che se viene un amico a trovarti non sai dove farlo posteggiare, figuriamoci dopo che ci saranno altre 250 famiglie con un solo posteggio pertinenziale e niente più.
È naturale che succeda. I vicini danno sempre qualche problema.
Ecco lo scenario peggiore!
L’iter si blocca perché i cittadini mettono i bastoni fra le ruote. E Lames scarica su di loro le colpe di un eventuale drastico ridimensionamento.
Uno scenario drammatico. Cittadini contro lavoratori, lavoratori contro cittadini.
E le istituzioni ? Potremo dire: hanno lasciato che succedesse!.
Credo proprio che questo scenario non sia così impossibile.

Altre domande:

  • perché Lames non è venuta a difendere le sue intenzioni qui, magari in Commissione, oppure stasera?
  • perché non ha chiesto di organizzare incontri con gli abitanti del quartiere per spiegare le sue necessità, per mostrare i conti fatti che giustificano così tanti appartamenti?
  • perché non ha cercato la condivisione di tutti, con la massima trasparenza?

Quei pochi interventi che ha fatto il dott. Pellegri, sempre e solo sui giornali, sono stati di ammonimento e di minaccia: “accontentatemi o me ne vado in Serbia”.

Ancora:

  • perché Lames non ci ha chiesto di ampliare i suoi volumi qui a Sampierdicanne? A Cicagna fa uno stabilimento su due piani. Se ci chiedeva di fare qui il secondo piano glielo avremmo concesso sicuramente;
  • cosa faranno i consiglieri di maggioranza quando anche le altre aziende chiavaresi  chiederanno di convertire i propri volumi industriali in volumi residenziali nel rapporto 1 a 1.
  • cosa farà l’amministrazione quando la cooperativa Fanin o la Chiglia Immobiliare (tanto cara al figlio del Sindaco) chiederanno il permesso di costruire altre decine di appartamenti a Sampierdicanne? La maggioranza sa benissimo che le loro richieste sono già sul tavolo dei tecnici del Comune;
  • come reagirà l’amministrazione quando anche il Comune di Leivi comincerà a costruire a San Terenziano?
  • siete consapevoli consiglieri che stiamo per perdere l’ultima area industriale della città? Se anche non la dovesse usare più Lames, potrebbe sempre arrivare qualche altra azienda in quell’area, offrendo comunque opportunità di occupazione ai chiavaresi.

Credo che tutte queste domande meritino maggiore attenzione da parte dei consiglieri.
Non mi aspetto e non voglio una bocciatura alla pratica di stasera. Perché dobbiamo dare delle risposte positive ai lavoratori ed una bocciatura della pratica equivarrebbe a far perdere loro il lavoro.
Ma siccome questa pratica non è una risposta positiva per il problema occupazionale, la maggioranza deve avere il coraggio di ritirarla e di ripensarci.

Io non voto contro. Io esco dall’aula e aspetto di essere seguito da tutti i consiglieri presenti.