Ma il tetra pak dove lo butto?

comunicato stampa diffuso da Legambiente contenitori in tetrapak

E’ il dubbio irrisolto che può assalire il cittadino che responsabilmente pratica la raccolta differenziata dei rifiuti facendone una filosofia di vita. Non nel cassonetto della carta e nemmeno in quello della plastica. Finisce allora, ovviamente, nel cassonetto dei rifiuti indifferenziati incrementandone il volume.

Prendiamo spunto da questa “questione limite”, lo smaltimento del tetra pak, noto materiale a largo consumo di “imballaggio” per bevande, per riproporre nuovamente la tematica della raccolta differenziata. Ne riparliamo non a caso, visto che i comuni del Tigullio registrano percentuali pessime in materia; eppure si tratta di un modo non solo per contribuire alla maggior tutela dell’ambiente, ma anche per risparmiare denaro sull’imposta delle tasse per lo smaltimento dei rifiuti, la famigerata Tarsu. E’ infatti noto che i costi legati allo smaltimento in discarica rappresentano la componente più onerosa dell’intero sistema di gestione dei rifiuti.

Il tetra pak o “cartone per bevande” è composto da tre strati: carta (75%), polietilene (20%) e alluminio (5%). Si tratta cioè di un materiale “multistrato”, ovvero poliaccoppiato, apparentemente difficile da “trattare” e destinato a finire nei cassonetti dei rifiuti indifferenziati. Questo accade nel Tigullio, mentre al giorno d’oggi sono oltre 1300 i comuni italiani, dai più piccoli ai più grandi, ove i cittadini possono reimettere nel ciclo produttivo quelle componenti del tetra pak utili per realizzare nuovi materiali e prodotti. La “carta per bevande” una volta utilizzata e opportunamente riciclata “ridiventa” materia prima, status ben più nobile di quello di rifiuto da discarica.

Nell’economia di produzione annua di rifiuti il tetra pak incide mediamente nella misura di due kg per ogni persona. Il nostro comprensorio ne “produrrebbe”, in termini di rifiuti, almeno 300 tonnellate all’anno, una città come Chiavari o Rapallo circa 60.000 kg. Un volume che potrebbe essere facilmente “trasformato” in
materiale commercializzabile: da un minimo di 15 euro a un massimo di 84 euro a tonnellata in base ai “listini” attualmente in vigore. Tali volumi finiscono invece in discarica con tutto quello che comporta.

contenitore in tetrapakMa cosa fanno di diverso i suddetti oltre 1300 comuni? Nulla di particolare. Si utilizzano semplicemente i contenitori di raccolta di carta e cartone o i contenitori per le varie tipologie di raccolta differenziata multimateriale – in base alla strategia tecnica più idonea individuata. Ovviamente i comuni fanno riferimento a quelle strutture capaci di offrire tali soluzioni innovative.

In quest’ottica invitiamo gli Amministratori dei comuni del Tigullio a rivedere radicalmente l’intera filiera di raccolta/riciclo dei rifiuti urbani che allo stato attuale risulta palesemente insostenibile a livello ambientale, politico-normativo ed economico.

Rimane il dubbio e quindi ripetiamo la domanda iniziale, in particolare, agli Assessori all’Ambiente: ma il tetra pak dove lo butto?

Legambiente Circolo Cantiere Verde “Daniela Bianchi”