Promuoviamo lo sport: non può essere un assessorato di serie B

Il ruolo dell’assessore allo sport occupa spesso nelle nostre amministrazioni un posto marginale. E’ un cosiddetto assessorato di serie B. In genere la sua attività si riduce alla gestione degli impianti, generalmente data in convenzione a società sportive delle quali non si conosce bene neanche il complesso delle attività. Ma che importa? Quello di cui si cura un assessore allo sport è che il costo della gestione sia il più basso possibile e che la gente non si lamenti della qualità dell’impianto.

Accade così che in città le associazioni sportive si muovano come in una giungla, sovrapponendosi l’una all’altra, cercando di ‘rubarsi’ gli iscritti a vicenda, proponendo magari identiche attività, soprattutto per quanto riguarda i bambini.

Accade così che in città non ci sia nessuna supervisione sulle finalità che lo sport dovrebbe avere; chi controlla che le proposte delle società sportive sia effettivamente promozionale per le persone e per il loro benessere psico-fisico? chi verifica che la funzione educativa, da sempre riconosciuta allo sport per i giovani, sia attuata realmente?

Accade così che non ci sia alcun coordinamento delle attività sportive e nessuna adeguata promozione delle stesse e che le manifestazioni a carattere sportivo in città siano solo occasionali.

Noi crediamo che lo sport nelle scelte di un’amministrazione deve avere un posto di primissimo piano. Lo sport è uno dei principali motori di coesione sociale e la sua valorizzazione contribuisce a rafforzare i legami nella comunità.

I giovani che fanno sport con continuità sono meno a rischio di devianza e lo sport consente anche una maggiore integrazione tra bambini, ragazzi e giovani.

Adulti e anziani che fanno sport vivono meglio e più a lungo.

Proviamo a lanciare idee su cosa dovrebbe fare l’assessorato allo sport. Utilizziamo i commenti per raccontare esperienze viste altrove.